Durante le annate del 2015/2016, invece, ci siamo
prefissati l’obbiettivo di ritrovare anche altri cereali antichi
salentini. Abbiamo costruito così dei “campi sperimentali” molto più grandi e con ambizioni maggiori. Tramite l’Enciclopedia Agraria Italiana di
Gaetano Cantoni (1882) abbiamo capito quali fossero le varietà presenti
in Salento prima di tutte le riforme agrarie avvenute durante il
novecento (specialmente durante il periodo fascista e dopo il 1972).
Nella ricerca è stato usato sia un
approccio qualitativo sia uno
quantitativo.
Nell’approccio qualitativo siamo andati a cercare nelle vecchie masserie abbandonate delle spighe che sarebbero cresciute per pura fortuna.
In questo modo sono state ritrovate altre due varietà di grano, il duro Russarda e il tenero Carosella.
Mentre nell’approccio quantitativo abbiamo ricostruito ad hoc un campo sperimentale. In questo tipo di ricerca è stato usato come “costante” il Grano Tenero Maiorca.
Abbiamo infatti, ipotizzato che: se in un campione di cereali è
presente il Maiorca allora potrebbero essere presenti anche altri
cereali antichi. Abbiamo, quindi, prelevato un piccolo campione di
cereali dai lotti acquistati durante l’estate dagli agricoltori locali
(naturalmente solo da quelli che soddisfano i requisiti imposti dalla
ricerca). Su 48 campioni estratti in 3 è stata riscontrata la presenza di grano duro Capinera, in 1 di grano duro Saragolla e, infine, in un altro campione abbiamo constatato la presenza del grano duro Timilia.
Nel 2019 siamo riusciti a selezionare una settima varietà molto antica
di cereale, forse la più antica mai selezionata da noi. Ma solo nel
Giugno 2021 siamo riusciti a categorizzarla in maniera certa, parliamo
del Grano Gigante di Sant’Elena.
Questa varietà è presente anche nella classificazione
dei cereali italiani dell’enciclopedia agraria italiana di Cantoni
(1880) e localizzava la sua presenza anche sul territorio salentino.
Il grano gigante di Sant’Elena, o nonette di Losanna, è uno dei 58 tipi di
poulard esistenti (o esistiti) in natura.
Non appartiene né ai grani teneri, né ai grani duri. È un semi-duro, parente prossimo del “grano del miracolo”.
Il Sant’Elena è una varietà già considerata antica nel
1837 (in Svizzera sono stati scoperti chicchi di grano calcinati
provenienti da palafitte, che sembrano appartenere a questa varietà),
introdotto nel Polesine per la prima volta in Italia dal nobile Antonio
Molin, riscuote subito notevole successo nel mondo agricolo, vista la
sua adattabilità al terreno, la grande resa (tanto da essere chiamato
anche grano dell’abbondanza) e la sua particolare resistenza ad ogni
tipo di avversità atmosferica.