Dopo tre anni di selezione siamo finalmente riusciti a dare un nome a questa varietà di poulard.
In
questi tre anni abbiamo approfondito a più riprese lo studio, andando a
consultare tanti libri di testo e archivi bibliotecari disponibili
online con scarsi risultati.
Successivamente abbiamo capito che bisognava approfondire l'argomento sui trattati antichi esteri. Grazie
all'archivio storico del museo agropolis di Montpellier abbiamo trovato
la tassonomia di ogni tipo di cereale coltivato in passato in Francia l'intuizione, l'intuizione, e
qui, dopo ore di consultazioni, abbiamo trovato il nostro "grano
nonette di Losanna", conosciuto in Italia come GRANO GIGANTE DI
SANT'ELENA.
Questa varietà è presente anche nella classificazione
dei cereali italiani dell'enciclopedia agraria italiana di Cantoni
(1880) e localizzava la sua presenza anche sul territorio salentino.
Il grano gigante di Sant'Elena è uno dei 58 tipi di poulard esistenti (o esistiti) in natura. Non appartiene né ai grani teneri, né ai grani duri. È un semi-duro, parente prossimo del "grano del miracolo".
Il
Sant'Elena è una varietà già considerata antica nel 1837 (in Svizzera
sono stati scoperti chicchi di grano calcinati provenienti da palafitte,
che sembrano appartenere a questa varietà), introdotto nel Polesine per
la prima volta in Italia dal nobile Antonio Molin, riscuote subito
notevole successo nel mondo agricolo, vista la sua adattabilità al
terreno, la grande resa (tanto da essere chiamato anche grano
dell'abbondanza) e la sua particolare resistenza ad ogni tipo di
avversità atmosferica.
Siamo estremamente felici. Abbiamo ritrovato un cereale praticamente scomparso
dall'Italia, ormai quasi introvabile anche in Francia, un tassello del
nostro mosaico storico salentino.
Abbiamo ritrovato il Sant'Elena.